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Visualizzazione dei post da maggio, 2018
                             COME EDUCARE I FIGLI Ascoltate questa, o padri: educate con grande impegno i vostri figli nella disciplina e nella ammonizione del Signore. La gioventù è come un essere che ha bisogno di molti guardiani, maestri, pedagoghi, servi e educatori; e volesse il cielo che dopo tante cure si possa tenerla a freno. La gioventù è come un cavallo indomito, come una fiera intrattabile. Se, quindi, sin da principio, cioè sin dai primi anni la portiamo a contenersi nei giusti limiti, non avremo in seguito più bisogno di grandi fatiche, ma l'abitudine loro farà da legge. Non permettiamo oro nessun di quegli atti che sono piacevoli e insieme dannosi, nè in queste cose cediamo loro per l'amore che loro portiamo. Esercita l'anima del figlio se l'anima è buona, gli averi a nulla gli gioveranno; se invece l'anima è bene e rettamente formata, la povertà non gli nuocerà. Tu lo vuoi lasciare ricco? Insegnali di essere buono; in tal modo egli sarà pure in gr
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   DALLA REGOLA: L'IMPORTANZA DELLA SCRITTURA Alle mense dei monaci non deve mai mancare la lettura. Non si metta a leggere chi ha afferrato a caso un libro, ma incominci alla domenica chi poi leggerà per tutta la settimana. Chi entra in tale ufficio dopo le preghiere finali della Messa e la comunione, si raccomandi alle orazioni di tutti, afinchè Dio allotani da lui lo spirito della superbia. Si osservi sempre un rigoroso silenzio; non si deve sentire nessun bisbiglio, ma soltanto la voce del lettore. Quel che è neccessario ai monaci per mangiare e per bere se lo porgano vicedndevolmente senza che nessuno abbia bisogno di domandare nulla. Se proprio occorrerà qualche cosa, lo si chieda piuttosto con il suono di un segnale qualsiasi che con la voce. Nè ivi alcuno pensi di domandare qualche cosa sulla lettura o su un altro argomento, a meno che il superiore non voglia pronunciare brevi parole per edificazione.  Il monaco lettore di settimana, prima di cominciare a leggere, beva u
                        IL MAESTRO INTERIORE Questo brano chiarisce il ruolo limitato ma importante del linguaggio rispetto alla conoscenza della verità.  Agostino, in questo dialogo con Adeodato afferma che l'unico vero maestro di tutti è dei cieli. Che cosa voglia dire poi "nei cieli" egli stesso ce lo insegnerà con dei segni, facendoci ammaestrare tornando interiormente a lui.  Amarlo e conoscerlo è la vita beata, che tutti gridano di cercare, ma pochi si rallegrano di averlo veramente trovato.   Adeodato invece, dalle parole di Agostino, ha imparato che l'uomo con le parole è sollecitato a imparare e che è molto poco ciò che del pensiero di chi parla appare tramite il messaggio : se poi si dicano cose vere, lo insegna solamente colui che, mentre parlava esteriormente, ci ha ricordato che abita nell'interiorità.
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                               IL LOGOS PEDAGOGO   Il pedagogo ha a che fare con la guida pratica e il suo scopo è di rendere l'anima migliore. Quello che espone e manifesta le questioni dottrinali è il Logos istruttore. Il pedagogo ci invita a mettere in atto i nostri doveri, dandoci direttive ineccepibili e mostrandoci gli esempi dei nostri predecessori che hanno fuorviato. La guarigione delle passioni ne consegue, conduce verso la piena conoscenza della verità quelli che erano stanchi e abbattuti. Il pedagogo guarisce le nostre passioni. Il nostro pedagogo assomiglia a Dio suo padre, è Dio immacolato sotto forma di uomo.
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                   LA CASA COSTRUITA SULLA ROCCIA                                      E SULLA SPIAGGIA   Chiunque viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile. E' simile ad un uomo che fabbricò una casa, scavò, andò in profondità e pose le fondamenta sulla roccia. Essendo sopravvenuta un'inondazione, il fiume irruppe contro quella casa ma non poté scuoterla, perché era stata ben costruita. Chi invece ascolta e non mette in pratica è simile ad un uomo che edificò una casa sulla terra senza fondamento. Il fiume vi irruppe contro e subito crollò e grande fu la rovina di quella casa.
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                          EDUCAZIONE ISLAMICA I divieti e le raccomandazioni presenti all'interno del Corano, non sono destinati ai bambini immaturi, ma al bambino maturo e all'adulto responsabile del bambino. L'islam raccomanda una formazione complessiva d ell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinto e sentimento.    Il bambino impara che esiste una vita dopo la morte  e che riceverà un premio o una punizione in base alla condotta e a come si comporterà nella vita terrena.    L'educazione tiene sempre a mente i valori del corano, che devono essere assolutamente trasmessi.
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                  IL MONDO ARABO PREISLAMICO L'educazione nella civiltà araba è in stretto rapporto con la religione. La civiltà araba nasce nella penisola arabica nel VI-VII secolo d.C. Moametto è il fondatore di una nuova religione monoteista: L' islam. Prima della conversione all'islam la penisola arabica è abitata soprattutto a tribù nomadi dedite alla pastorizia: i  beduini ; trasmettono le loro conoscenze oralmente per mezzo di narrazioni. Il mondo musulmano manifesta una grande vitalità culturale.  I dotti musulmani rielaborano le teorie di Platone e Socrate. Scienziati islamici compiono progressi in campi come l'alchimia, la fisica, l'astronomia. Rilevante è il contributo nella matematica: è agli arabi che si deve il sistema numerico oggi utilizzato. Inoltre l'algebra deve il suo nome al titolo di un libro di al-Khuvaritzmi, matematico iraniano, così come il termine algoritmo.
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                         PAPA GREOGORIO MAGNO Gregorio entrò presto nella carriera amministrativa, che aveva seguito anche il padre, e nel 572 ne raggiunse il culmine, divenendo prefetto della città. Questa mansione, complicata dalla tristezza dei tempi, gli consentì di applicarsi su vasto raggio ad ogni genere di problemi amministrativi, traendone lumi per i futuri compiti. In particolare, gli rimase un profondo senso dell’ordine e della disciplina: divenuto Papa, suggerirà ai Vescovi di prendere a modello nella gestione degli affari ecclesiastici la diligenza e il rispetto delle leggi propri dei funzionari civili. Questa vita tuttavia non lo doveva soddisfare se, non molto dopo, decise di lasciare ogni carica civile, per ritirarsi nella sua casa ed iniziare la vita di monaco, trasformando la casa di famiglia nel m onastero di Sant’Andrea al Celio.  
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                             CARLO MAGNO Carlo Magno era riuscito a creare un Impero amministrativamente superiore ai vari regni barbarici, quindi nel determinarne le istituzioni prese ispirazione da ideali che sopravvissero per tutto il periodo medioevale. L'Imperatore capì la grande importanza rivestita dalla cultura e cercò di favorirne la diffusione con ogni mezzo, reintroducendo lo studio in modo da elevare il livello d'istruzione tra i popoli dell'Impero. Molte scuole pubbliche vennero aperte presso sedi vescovili e monasteri; in esse si insegnavano la lettura e la scrittura. In un secondo tempo gli studenti apprendevano la grammatica, la retorica e la dialettica; gli studi proseguivano poi con l'apprendimento dell'aritmetica, della geometria, della musica e dell'astronomia. Questo ordinamento degli studi portò l'Impero a dotarsi di una classe di burocrati colti e molto efficienti; tale ordinamento rimase in vigore fino agli inizi dell'età moder
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                              SEVERINO BOEZIO Anicio Manlio Severino Boezio, filosofo e senatore greco. Consapevole della crisi della  cultura  latina del suo tempo, Boezio avvertì la necessità di tramandare e conservare le conoscenze elaborate nel mondo greco. Data alla filosofia la definizione di amore della sapienza, da lui intesa come causa della realtà e perciò sufficiente a sé stessa, la filosofia, come amore di quella, è anche amore e ricerca di Dio, che è la sapienza assoluta. La filosofia è conoscenza di tre tipi di esseri. Gli intellettibili - termine tratto da  Mario Vittorino  - sono gli esseri immateriali, concepibili solo dall'intelletto, senza l'ausilio dei sensi, come Dio, gli angeli, le anime; il ramo della filosofia che di questi si occupa è propriamente la  teologia . Gli intelligibili sono invece gli esseri presenti nelle realtà materiali, le quali sono per cepite dai sensi ma quelli sono concepibili dall'intelletto: gli intelligibili sono dunque
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                               SANT'AGOSTINO Padre, dottore e santo della chiesa cattolica. La vita di Agostino è stata tramandata con grande dettaglio nelle  Confessioni , sua biografia personale, nelle  Ritrattazioni , che descrivono l'evoluzione del  suo pensiero , e nella  Vita di Agostino , scritta dal suo amico e discepolo Possidio. Apparteneva a una famiglia del ceto medio, ma non facoltosa: il padre, Patrizio, piccolo possidente terriero e membro dei  curiales  (consiglieri municipali) della città, era un  pagano ; di animo benevolo, anche se collerico, impetuoso e a volte infedele alla moglie  Monica , madre di Agostino,   proprio per influenza di quest'ultima alla lunga giungerà alla conversione, morendo cristiano verso il 371  d.C.  Monica  e ra infatti di religione cristiana, una donna intelligente, affettuosa e di carattere forte. Agostino ricevette da lei un'istruzione cristiana e fu iscritto fra i  catecumeni . Una volta, quando era molto malato,
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                    PATRISTICA GRECA E LATINA Il risveglio dell’interesse per la trattazione di tematiche di ordine metafisico, è l’elemento che più di tutti contraddistingue la Patristica greca da quella latina, interessata più che altro a tematiche morali ed etiche. Grande è l’influenza, sia per la Patristica greca che per quella latina, del Platonismo/Neoplatonismo, adattato però alle esigenze della religione cristiana. Non a caso si parla di  Platonismo dei Padri . La Patristica greca comprendeva quattro scuole: 1)  Scuola dei Padri apologisti  (I e II secolo): i più importanti rappresentanti sono Giustino, Taziano, Atenagora e Ireneo; 2)  Scuola di Alessandria  (dal III alla metà del V secolo): i maggiori rappresentanti sono Clemente e Origene; 3)  Scuola dei Cappadoci  (dal III alla metà del V secolo): i maggiori esponenti sono Gregorio di Nazianzio, Basilio e Gregorio di Nissa; 4)  Scuola di Bisanzio  (dalla seconda metà del V alla fine dell’VIII secolo): esponenti degni
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                   FILOSOFIA E CRISTIANESIMO  I primi maestri cristiani vengono chiamati didaskaloi. Una delle più importanti scuole sorge ad Alessandria d'Egitto ed è chiamata Didaskaleion, dove operano Panteno, Clemente Alessandrino e Origene. Nella scuola di Alessandria le attività si articolano in conferenze su temi religiosi e a carattere apologetico. Vengono inoltre insegnate le sette arti liberali. Con il catecumenato attraverso lo studio della Bibbia si educa al cristianesimo, preparando al battesimo preparando all'ingresso nella comunità dei credenti.  Il rapporto con la filosofia greca e con le alti correnti di pensiero è inteso e caratterizzato sia da un confronto sia da un recupero di concetti e metodi. Il grande dibattito dottrinario e filosofico influenza complessivamente anche il modo di intendere l'educazione e la pratica didattica.
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                 CRISTIANESIMO ED EDUCAZIONE  L'educazione cristiana è strumento di edificazione della  Chiesa . Cerca di aiutare le persone a fare ed approfondire l'esperienza di che cosa significhi vivere in comunione con  Cristo . Come tale è l'aspetto fondamentale del  discepolato  cristiano. L'educazione cristiana implica aiutare i cristiani a partecipare alla vita della comunità cristiana come discepoli di Cristo informati ed impegnati. L'educazione cristiana si rivolge all'intero essere umano, coinvolge, cioè, corpo, mente e spirito, come pure all'intera vita nei suoi vari aspetti. Insegna rapportarsi con Dio, con il prossimo e con l'intero creato. Nella comunità cristiana locale, l'educazione cristiana comprende ogni sua attività, perché cerca di elevare, edificare spiritualmente i suoi membri. L'educazione cristiana implica avvenimenti che formano e trasformano. Strumento primario dell'educazione cristiana è stata soprattut