TEORIA PSICOANALITICA

In primis la teoria psicoanalitica è una teoria dell'inconscio: nell'indagine dell'attività umana essa si rivolge soprattutto a quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza. Viene perciò attivato il concetto di inconscio, introdotto nella riflessione teoretica già da CartesioLocke e Leibniz, e che Freud rielaborò da un punto di vista descrittivo e topico sulla base delle sue esperienze con Jean-Martin Charcot.
In secondo luogo dalla psicoanalisi nasce una disciplina ed una prassi psicoterapeutica nota come psicoterapia psicodinamica: nello specifico, come cura dei disturbi mentali e, all'origine, come cura dell'isteria e successivamente dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi, neurosi o psiconevrosi. In seguito, il suo uso è stato esteso allo studio e trattamento di altri tipi di psicopatologie.
In seguito, a livello culturale più generale, la psicoanalisi ha influenzato anche la filosofia e le scienze sociali.
Lo statuto epistemologico della psicoanalisi è stato variamente criticato e lungamente dibattuto, anche in parallelo alle sue diverse evoluzioni teoriche e metodologiche. Mentre in un primo tempo le osservazioni popperiane sulla sua scarsa falsificabilità avevano portato a una visione piuttosto critica del suo status epistemico[5][6], a partire dagli anni '80 e '90 del XX secolo la maggiore attenzione che ha cominciato a essere rivolta alla verifica empirica dei suoi risultati clinici[7][8][9], all'integrazione della modellistica teorica psicoanalitica con altre linee di ricerca psicologica e psichiatrica[10][11][12], e agli spunti integrativi con le neuroscienze[13][14][15]hanno portato a una visione più articolata e in forte evoluzione del suo statuto scientifico, nel contesto dei più ampi studi psicodinamici.
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Etimologia

Il termine psicoanalisi fu coniato nel XX secolo, unendo le parole psiche e analisi (sul modello tedesco di Psychoanalyse). Psiche è un termine greco che significa "anima", divenuto nel corso dei secoli sinonimo di spirito (vitale) dell'uomo (e successivamente, "mente"). Analisi è formato dalla preposizione greca ana-, che significa "in parti uguali", e -lisi, che significa "sciogliere". Dunque psicoanalisi letteralmente significa "indagine delle singole parti costitutive di quel che anima l'uomo".

Caratteristiche

Sigmund Freud nel 1905
La psicoanalisi nasce dunque per curare determinati disturbi mentali indagando le dinamiche inconsce dell'individuo. Fino alla fine dell'Ottocento, tali disturbi venivano trattati da psichiatri e neurologi tramite ospedalizzazioni a scopo rieducativo o con l'utilizzo dell'ipnosi. Il medico viennese Sigmund Freud, neurologo e anch'egli utilizzatore dell'ipnosi, ipotizzò che alla base dei disturbi mentali fosse riscontrabile un conflitto tra richieste psichiche contrarie. Nel corso delle sue successive formulazioni teoriche, Freud formulò tre ipotesi, una successiva all'altra, riguardo alla possibile genesi del conflitto:
  1. Il conflitto tra principio di piacere e principio di realtà, cioè tra la necessità di soddisfare il "piacere" interno e il necessario confronto con il mondo reale;
  2. Il conflitto tra pulsione sessuale e pulsione di autoconservazione (o dell'Io);
  3. Il conflitto tra pulsione di vita e pulsione di morte.

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